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S. Kruks, Retrieving Experience. Subiectivity and Recognition in Feminist Politics, Cornell University Press

Recensioni

 

Sonia Kruks, Retrieving Experience. Subiectivity and Recognition in Feminist Politics, Ithaca and London, Cornell University Press, 2001

A cura di Maddalena Celano

Sonia Kruks, docente di teorie politiche all'università di Oberlin, ha scritto questo saggio sul pensiero politico contemporaneo con l' obiettivo di evidenziare una nuova versione di quello che fu il rapporto tra esistenzialismo e strutturalismo e le loro influenze sul pensiero femminista.

Obiettivo del lavoro è demistificare ciò che lei ritiene delle vere e proprie convenzioni culturali. Il testo parte dalla transizione tra modernità e post-modernità, dall'illuminismo al post-illuminismo ( o post-strutturalismo), dall'umanesimo all'anti-umanesimo. Il programma intellettuale dell'occidente consisteva in un'imposizione dell'ordine delle cose imposto dal soggetto conoscente, ostile alle differenze, totalitario ed, in alcune versioni della storia, profondamente maschilista.

Dal 1960, in Francia, un piccolo gruppo di pensatori si mise al lavoro per tentare la via della demistificazione della tradizione filosofica occidentale, un gruppo detto "postmoderno" dove troviamo studiosi del calibro di Foucault, Derrida o Lyotard, tre autori che hanno in comune una vera e propria iconoclastia verso il vecchio pensiero occidentale. Kruks, però, è fermamente convinta che nonostante il postmodernismo abbia determinato una rottura con la tradizione illuminista occidentale, conservi anche una continuità con essa.

Lo stile del pensiero postmoderno fondato sull'interrogazione, sul dubbio e sulla critica radicale verso tutto ciò che è ritenuto verità inconfutabile, in realtà, non fa altro che confermare la persistenza di uno stile tipicamente "illuminista" di ricerca e teorizzazione. Ma c'è anche una continuità locale, specificamente francese che è stata dimenticata nella versione filosofica anglo-americana.

L'autrice si riferisce a Sartre, Simone de Beauvoir e Maurice Merleau-Ponty, pensatori che configurarono ampiamente il dibattito filosofico in Francia dal 1940-1950, quando larga parte della generazione postmoderna era ancora in fase "studentesca". Probabilmente, questi filosofi, hanno contribuito alla creazione di una locale e provinciale fase di ribellione "inter-generazionale". Sartre è stato uno dei primi filosofi francesi che ha speculato e teorizzato attorno ad alcune implicazioni di ciò che noi potremmo chiamare il "soggetto scisso" (o il "soggetto-spaccato" per i seguaci di Lacan), anticipando anche molte speculazioni sull' antiumanesimo.

Anzi, Sartre è stato uno dei primi antiumanisti della storia del pensiero contemporaneo e, leggendo l' opera "L' esistenzialismo è un umanesimo", ci renderemo conto che anticipò una nuova forma di umanesimo diversa ed opposta all' umanesimo classico. L' autrice fa notare come uno studioso come Fredric Jamenson che ha spesso affermato che l' esistenzialismo francese ha anticipato molti elementi del pensiero filosofico "sessantottino", mise in evidenza che i postmoderni, ben lontani dall' effettuare un' assoluta rottura con il passato, hanno proceduto attraversando il retaggio sartiano, un retaggio che è stato (e lo è tutt' ora) sottoposto a silenzio.

Derrida, Foucault e Lyotard erano profondamente immersi nel modo di pensare fenomenologico ed esistenzialista. Il primo libro di Lyotard era semplicemente intitolato "La Phénomenologie" (1954). In questo libro egli si è impegnato quasi completamente all'analisi ed allo studio dei lavori di Sartre e Merleau-Ponty. Lo stesso Foucault ha "impregnato" di psicologia esistenziale le sue prime pubblicazioni: "Maladie mentale et personalitè" (1954) e "Dream and Existence" (1954).

L' autrice fa così notare che i più virulenti per la rottura con l' esistenzialismo furono proprio coloro che, per primi, ne accolsero tutte le suggestioni. Una delle battaglie più dure dell' esperienza esistenzialista è proprio quella di dare importanza e valore agli aspetti della "vita-vissuta", un aspetto assente dalle teorie postmoderne, che si basa sul prestare attenzione ed importanza agli aspetti sensibili ed emozionali della vita umana.

Il postmodernismo offre continue "decostruzioni" ed una pretesa sospensione del giudizio nel nome dell'indecifrabilità. Sonia Kruks pensa che questa caratteristica del postmodernismo, in realtà, non dia informazioni concrete e costruttive per l'azione politica e sociale del movimento femminista.

Il femminismo, di per sé, pone come obbiettivo la costruzione di un diverso carico di valori, un carico di valori identificabile con un nuovo orizzonte, una sorta di nuova utopia.

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