
Recensioni
Gabriella Farina, L'alterità. Lo sguardo nel pensiero di Sartre, Roma, Bulzoni, 1998
A cura di Fabrizio Scanzio
Il tema della "alterità" non è nuovo nella ricerca personale che da diversi anni Gabriella Farina conduce a partire dall'opera di Sartre. Questa ricerca, iniziata con il convegno di Poppi del maggio 1995, nel quale sin dal titolo il problema dell'alterità veniva abilmente ritorto contro lo stesso Sartre (cfr. "Sartre contro Sartre", a cura di G. Farina e C. Tognonato, Cosmopoli 1996), ha trovato una sua prima compiuta realizzazione nel recente volume "L'alterità. Lo sguardo nel pensiero di Sartre" (Bulzoni 1998), ove i fili dell'intervento che la studiosa aveva presentato al citato convegno ("Sguardo contro sguardo in J.P. Sartre", op., cit., pp. 40-52) vengono ripresi, dipanati e riannodati in quattro nuove penetranti "divagazioni" sul tema, che costituiscono per l'appunto i capitoli del nuovo libro.
Sguardo e alterità, intrecciati sin dal titolo, vengono qui inseguiti e illuminati nelle loro reciproche compenetrazioni attraverso una scelta di pagine sartriane note e meno note, che dimostrano come anche su un tema "classico" quale quello dello "sguardo" , sia ancora possibile sviluppare prospettive inedite.
Il percorso proposto da G. Farina parte dal celebre saggio su "La trascendenza dell'Ego" (1936) e dal meno noto "Visages" del 1939, e approda al postumo "L'ultimo turista", dopo avere toccato numerosi altri testi sartriani come "La nausea, "L'essere e il nulla", "I quaderni per una morale", "Santo Genet", "L'idiota della famiglia".
Da questo percorso emergono alcuni snodi fondamentali, che mostrano come ogni grande svolta della riflessione sartriana sia stata accompagnata da una nuova e più ricca consapevolezza delle diverse dimensioni dell'alterità. Si parte dalla teoria dell'Ego "oggetto del mondo", che giunge ad ognuno come "altro da sé" ("La trascendenza dell'ego"); si passa alle notissime pagine de "L'essere e il nulla" sulle relazioni interpersonali e sull'alterità degli "altri" che attraverso il loro sguardo ci oggettivano conferendoci una dimensione di esistenza alienante ma inevitabile ("l'inferno, sono gli altri"); si sviluppa il tema in tutte le sue variazioni storico-antropologiche, grazie al repertorio di "alterità alienanti" catalogato nei "Quaderni per una morale" (Natura, Anima, Imperativi, Storia, ecc.); si completa il percorso attraverso Genet e Flaubert, esempi di quella "costituzione sociale" attraverso la quale l'io costruisce se stesso come un "altro" per rispondere alle esigenze della società.
A conclusione della sua originale e raffinata ricostruzione, Farina propone una particolare interpretazione de "L'ultimo turista", testo postumo costruito a partire da carte di viaggio italiane e appunti sparsi da cui Sartre avrebbe voluto trarre la sua "Nausea della maturità": l'alterità di cui si parla qui è quella del Passato, interpretato come categoria attraverso la quale tutta la storia umana diventa Altro sotto lo sguardo di un turista che ritrova nei monumenti delle città italiane la stessa nausea e la stessa contingenza che Roquentin scopriva nelle famose radici del giardino di Bouville.
Chiude il libro un rapido accenno a "L'espoir, maintenant", ultima controversa intervista-saggio di Sartre, e alla possibilità di dissolvere l'Alterità nella Fratellanza di una comune radice umana.
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