Aniello Montano, Solitudine e solidarietà. Saggi su Sartre, Merleau-Ponty e Camus, Bibliopolis, Napoli, 2006
Il libro di Aniello Montano, Solitudine e solidarietà. Saggi su
Sartre, Merleau-Ponty e Camus, intende
mettere a fuoco le differenti risposte offerte dai tre autori indicati ai problemi posti dall'esistenza umana, in modo particolare
al modo di intendere la storia, la morale e, quindi, la vita civile.
Le analisi sull'esistenza condotte da Kierkegaard avevano già scosso e
messo in crisi il paradigma teleologico che aveva connotato
l'antropologia filosofica da Aristotele a Kant, e oltre.
Solitudine e
responsabilità dell'uomo, del singolo uomo, erano diventate le
categorie caratterizzanti l'esistenza come possibilità. Categorie che,
elaborate da Kierkegaard, riemergono e s'impongono nella "crisi" degli
anni correnti tra le due guerre mondiali, quando si avvertono con
maggiore acutezza e drammaticità i limiti e l'insufficienza della
ragione metafisicamente fondata.
Se Kant aveva mostrato il lato
positivo e garantista dell'esistenza umana e Kierkegaard quello
negativo e disperante, gli esistenzialisti e i fenomenologi atei (?)
francesi - per intenderci Sartre, Merleau-Ponty e Camus -, pur
consapevoli della drammaticità dell'esistenza, tentano, per quanto possibile, di sottrarre l'uomo al cerchio magico della sua
individualità.
Puntano - ciascuno secondo la propria sensibilità - a
battere tutte le piste pur di coniugare solitudine e solidarietà.
Perfettamente consapevoli dell'inesistenza di ogni garanzia circa la
fondatezza metafisica delle nome di comportamento, analizzano
l'esistenza umana alla ricerca di un varco, che consenta ai singoli di fuoriuscire dalla propria solitudine, per stabilire rapporti
collaborativi e costruttivi con gli altri e superare la condizione
disperante in cui la libertà coincide con la equivalenza delle scelte.
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