La scrittura dell’esistenza è un luogo tematico molto caro a Sartre e percorre come un filo rosso tutto l’arco della sua vita, come si può vedere nella celebre autobiografia Les Mots fino alla splendida e monumentale opera dedicata a Gustave Flaubert, L’idiot de la famille. Al centro vi è l’idea d’infanzia concepita non tanto come tappa evolutiva o residuo archeologico, quanto piuttosto come presenza inassimilabile che l’esistenza ha il compito di riprendere incessantemente. Una dialettica sempre aperta tra passato e futuro, tra libertà e destino, tra invenzione e ripetizione, segna il metodo individuato da Sartre per comprendere un soggetto che, a partire da una situazione alienante, cerca sempre nuove possibilità per esercitare liberamente la sua praxis.
LEGGI L’E-BOOKCONTRIBUTI
Editoriale
Gabriella Farina
Tornare a Sartre. In dialogo con Massimo Recalcati
Pier Aldo Rovatti, Gabriella Farina, Maria Russo, Massimo Recalcati, Ciro Adinolfi
L’obsession de l’échec chez Sartre
Nao Sawada
La lucidité et la sainteté. Échos mallarméens dans Saint Genet
Giorgia Testa
Fede, grafomania o auto-bio-grafia? La (ri-)scrittura dell’esistenza
Ciro Adinolfi
Sartre lecteur de Freud: le sens d’une vie
Stéphane Vinolo
Sartre biografo di Tintoretto. Lo studio dell’esistenza del pittore attraverso l’interpretazione della sua arte
Dario De Maggio
Spectacles du «sacré» chez Claudel, Sartre, Pasolini, Fo.
Révélations, incarnations, subversion?
Ariane Loraschi
Sguardo, orgoglio e malafede nel mondo digitale: Sartre nel capitalismo della sorveglianza
Giuseppe De Ruvo
La Sicilia degli intellettuali impegnati
Jean-Paul Sartre e Carlo Levi: La Reine Albemarle e Le parole sono pietre
Donato Sperduto
Recensioni
Chiara Collamati, G. Cormann, Sartre. Une anthropologie politique. 1920-1980